La sua vita
Piero Marcon nasce a Colle Umberto nel marzo del 1918. Il padre era antifascista e, dopo aver subito varie violenze, emigra per la seconda volta in Francia dove lavora in una miniera di carbone; muore in seguito a un infortunio per crollo in miniera lasciando la moglie e tre figli in condizioni precarie. Piero ritorna in Italia con la mamma e i fratelli e si stabilisce il casa della nonna materna a Colle Umberto; le difficoltà sono tante e la mamma lavora a servizio per sfamare i tre figli che, come lui stesso raccontava, per l’indigenza mangiavano a cena un uovo in tre con una fetta di polenta spesso ricevuta “in prestito”.
Nelle prime esperienze scolastiche Piero dimostra capacità e competenze superiori alla sua età e la sua vivacità intellettiva stupisce, tanto che il Dottor Schenardi (medico condotto di Colle Umberto) e il Parroco, intuendo le grandi capacità di Piero, si adoperano anche finanziariamente per permettergli di frequentare gli studi presso il Collegio Dante di Vittorio Veneto. Piero apprezza il loro interessamento e, continuando a stupire per la sua intelligenza e perspicacia si diploma brillantemente alle Magistrali.
Nella frequentazione scolastica è capace e propositivo e instaura con gli insegnanti e con l’ambiente didattico, culturale ed ecclesiastico, un rapporto di viva partecipazione destinato a proseguire per tutta la sua vita; fra questi ad esempio, ricevette e mantenne un forte sostegno da Monsignor Luciani, Vescovo di Vittorio Veneto e poi sfortunato Papa.
Terminata la guerra, Piero vince il concorso di stato ed inizia a insegnare alle scuole elementari di Ogliano, di Marcora’ e poi di Scomigo. Sicuramente unico e pedagogicamente all’ avanguardia, Piero affronta il suo lavoro con amore e un impegno che non tarda a fare notizia quindi ad attirare critiche, inimicizie e incomprensioni ma come un umile maestro, egli affronta tutto per il bene dei suoi ragazzi. Nell’ambiente didattico le sue idee e iniziative estremamente innovative lo portano a diversi consensi, redige varie pubblicazioni e riceve un premio nazionale. Il maestro Piero Marcon, gran conoscitore e amante dell’arte, era convinto che essa fosse presente in ciascuno di noi, quindi voleva non solo trovarla nei suoi ragazzi, ma riuscire a farla esprimere.
Credendo fortemente nelle potenzialità artistiche dei suoi alunni, nel lontano 1957, primo in Italia, realizza un laboratorio per la lavorazione della creta nella scuola e, mendicando un po’ dal Vescovo e un po’ dalle banche, riesce ad acquistare un forno per la cottura della ceramica. All’ingresso della sua aula scrive: ″Entra nella tua aula e fa che le tue mani dicano quello che tu sei”.
Con tanta energia, sacrifici, battaglie e coinvolgendo amicizie, intellettuali e personaggi importanti, egli porta avanti la sua crociata fino alla prematura scomparsa avvenuta nel 1971. Grandissimo illuminato seminatore, Piero ha trovato nei suoi ragazzi un terreno fertile e il tempo gli ha dato ragione. I suoi “piccoli” ceramisti, ormai diventati “grandi” in tutti i sensi, a 43 anni dalla sua scomparsa continuano lungo la strada da lui tracciata dando alla comunità grandi soddisfazioni artistiche e morali. Continuano inoltre a portare avanti l’intuizione del loro vecchio maestro anche sotto l’aspetto pedagogico, mantenendo in vita una piccola scuola di ceramica aperta a tutti.
I suoi ragazzi continuano da più di mezzo secolo a lavorare con dedizione, solo per amore dell’Arte, della Bellezza e della Cultura, proprio come faceva e desiderava il loro indimenticabile maestro Piero Marcon.